15 agosto 2017
La montagna che unisce, la montagna che invita alla condivisone dei momenti felici, ove ciascuno si scopre magicamente l’uno amico dell’altro, pur incontrandosi per la prima volta.
Un vescovo che si ritrova ad essere per tutti “Roby” nell’incontro con i suoi parrocchiani di un tempo.
Motori inconsapevoli di questa prodigiosa atmosfera, Don Vittorio Bianchi e Roberto Busti Vescovo emerito di Mantova. La scena, il palco di questa insolita rappresentazione la chiesa dei Piani Resinelli dedicata al Sacro Cuore. La stessa che martedì 15 agosto si presenta vestita a festa alla vista delle numerose persone giunte ai 1300 metri di altitudine. Il sacro edificio eretto nel 1917 per ferma volontà del parroco dell’epoca don Carlo Raspini, si trova spegnere le cento candeline della virtuale torta creata per lo straordinario evento. Don Vittorio nel corso della celebrazione presieduta da Mons. Busti ha voluto elogiare tutti.
Ciascuno ha messo una parte di sé affinché il traguardo del secolo fosse festeggiato al meglio.
L’uscita di un libro “Chiesa ai Piani dei Resinelli Cento anni di storia” è stata la classica ciliegina sulla torta.
Redatto nella parte storico – scientifica da Antonio Balbiani e dal figlio, architetto Ladislao ha fatto, grazie alla sua edizione da tramite e passaggio di conoscenze alla future generazioni. Una giornata questa di metà agosto 2017, da scrivere negli annali della storia da ricordare e mai dimenticare. Citare la presenza del gruppo degli Alpini sezione mandellese unitamente al Coro Alpino del Cai Molteno, ad accompagnare con i canti la solenne Messa è porre dei tasselli nella ricostruzione di una giornata, che solo con la presenza fisica di chi sostava dentro e fuori la chiesa incapace a contenere tutti, l’ammontare di emozioni vissute.
Calata la sera, con il sole che si nasconde dietro le cime, ci si abbandona sull’onda dei ricordi con la chiesetta li da cento anni a custodire la memoria di chi su quei sassi ha sacrificato la propria vita in nome di un ideale di una passione che spingeva a salire verso l’alto.
(Alberto Bottani)