Storia di una Santa di origine spagnola
Di fianco all’altare di Sant’Apollonia nella chiesa di San Lorenzo, sulla destra si può ammirare un piccolo quadro che raffigura una ragazza con le mani tagliate. Si tratta di S. Eurosia che gli abitanti di Abbadia invocano per essere protetti dai fulmini. Nell’archivio parrocchiale è stata rinvenuta una stampa antica, dal titolo “Vera effigie di S.ta Eurosia V. e M. Avocata contro i fulgori e tempeste et per ottenere la pioggia e serenità“, fatta da Gaetano Bianchi di Milano, che illustra la sua storia. Al centro si raffigura il carnefice con la spada alzata, che ha già tagliato ad Eurosia le mani ed i piedi e sta per brandire l’ultimo colpo. Un angelo stende sul capo della giovane una corona di fiori, simboleggiante il martirio.
Di lei si hanno poche notizie. Citata nel V° volume degli Acta SS.Junii come una ragazza di nobile famiglia del baionnese, fu uccisa nell’anno 714 in una caverna dove si era nascosta per sfuggire alla ricerca di un moro. La devozione a questa Santa ha origine nel XV° secolo in Spagna a Jaca , sua città natale, posta nei Pirenei aragonesi poco lontana da Bayonne e da Lourdes.
La nostra stampa ricorda, con sei medaglioni e le rispettive didascalie, alcuni episodi del rinvenimento del suo corpo dopo il martirio e dei miracoli compiuti dalla sua intercessione. Un angelo rivela ad un pastore il luogo dove è sepolta Eurosia e gli suggerisce di portare il suo corpo a Jaca. Mentre il pastore trasporta le reliquie, suonano miracolosamente le campane, facendo uscire in processione gli abitanti per riceverle. Un primo miracolo compiuto dalla Santa è la risurrezione di un uomo di Arangueze. Altri medaglioni ricordano che Eurosia ha ridato la vista ad un cieco e ridato la vita ad una figlia boema. l’ultimo disegno raffigura il vescovo che toglie dalla cassa la testa della Santa e, nonostante fossero passati degli anni dal martirio, ne uscì miracolosamente una gran quantità di sangue.
Come ha fatto il culto di S. Eurosia ad arrivare sino a noi dalla Spagna? Come ricorda lo Stuckelberg, le relazioni politiche e militari fra gli Spagnoli e la Lombardia, a partire dal XVI° secolo, sono state frequenti. Non dimentichiamo che a Colico gli Spagnoli reggevano il Forte di Fuentes, fondato nel 1603 come baluardo contro possibili invasioni provenienti dalla Valtellina e dalla Val Chiavenna. Gli Spagnoli hanno notevolmente influito sulla cultura lombarda, portando la lingua, le abitudini e le devozioni ai loro Santi.
Anche i Somaschi, con Casa Madre a Vercurago, hanno contribuito alla diffusione del culto a S. Eurosia, che è invocata per ottenere la pioggia ma anche per proteggere i fedeli dai fulmini e dalle tempeste. In una civiltà contadine, come quella di Abbadia fino a qualche tempo fa, è facile capire come fosse importante avere una protezione celeste contro i fulmini e per ottenere pioggia nei momenti di siccità. Un’antifona veniva cantata nel giorno della sua festa (26 giugno): “Veni electa sponsa Christi accipe coronam quam tibi Dominus preparavit. Hoc insuper donum tibi concedens, ut quotiescunque pro luvia, vel contra tempestam a Christi fidelibus pie fueris invocata, in tuo nomine ipsorum Oratio exaudietur“. Dio le ha concesso questo dono: ogni volta che sarà invocata devotamente dai fedeli, la loro preghiera sarà esaudita.
Tutti conoscono le vicende del fulmine caduto sul campanile di Abbadia il 26 giugno del 1926 perché non fu rispettato il giorno di festa. La devozione alla Santa sì è via via affievolita. Noi esponiamo ancora la sua statua nella settimana precedente la festa e celebriamo la messa in suo onore il 26 giugno affinché ci protegga da fulmini fisici e dalle calamità morali che stroncano tante vite.
(Articolo tratto da Abbadia Oggi del 21 maggio 1986)