off

Matematica-Gender, l’ultima trovata della UE

matematica gender E’ il progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea teso a studiare le differenze nel rendimento scolastico di ragazzi e ragazze, dai 15 ai 18 anni, in Matematica. Il progetto prevede 70 domande. Le prime 30 riguardano effettivamente la matematica. Le successive 20 domande entrano nella sfera personale dei ragazzi. Si chiedono informazioni sul livello di istruzione dei genitori, sulle preferenze nelle varie materie e poi si indaga il rapporto con l’apprendimento della matematica. E anche qui nulla da eccepire. Nel successivo paragrafo però si cominciano a confondere un po’ i piani e le domande sono stravaganti: «Vado d’accordo con i miei genitori» (cosa mai potrà interessare ai ricercatori?) , «Ho difficoltà a fare amicizia con le persone del mio stesso sesso?» (altro mistero), «Gli altri pensano che io sia di bell’aspetto?». Davvero strano. Alla domanda 56 il progetto finalmente svela i suoi reali obiettivi. L’affermazione alla quale i ragazzi hanno l’opportunità di fornire una risposta con sei variazioni, dal «totalmente in disaccordo» al «totalmente d’accordo» è di questo tenore: «L’omosessualità maschile è solo un diverso stile di vita che non dovrebbe essere condannato». Altra affermazione, ancora più subdola: «Come in altre specie, l’omosessualità maschile è espressione naturale della sessualità negli uomini». Ma non è ancora abbastanza. Leggiamo: «L’omosessualità maschile è una perversione». E ancora: «L’omosessualità femminile è un peccato». E si va avanti su questo piano per le successive venti domande con affermazioni che recitano tra l’altro, «È accettabile che una donna abbia rapporti sessuali con una persona appena conosciuta». Oppure: «Alcune gentilezze verso le donne sono umilianti perché le fanno sentire impotenti e relegate in un ruolo stereotipico», «si approva che una donna assuma un ruolo aggressivo in un rapporto sessuale». L’ultima questione arriva a indagare addirittura il tema dell’aborto: «Ogni donna ha il diritto se abortire o meno». C’è da inorridire. Sia per la complessità di questioni sottoposte a ragazzi che non hanno né le informazioni né la maturità per avventurarsi su terreni tanto scivolosi, sia perché tutto questo interrogatorio in salsa gender è infilato a sorpresa in un test finalizzato a scoprire le «differenze nel rendimento scolastico di ragazzi e ragazze in Matematica».
Alcune nostre Scuole hanno accettato di sottoporre i ragazzi al test; altre l’hanno rifiutato; altre ancora hanno interpellato i genitori e rimandato la decisione in settembre.

L'autore