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Il mondo si cambia con il cuore aperto

papa francescoAncora una volta papa Francesco sceglie la formula del dialogo ricevendo nell’Aula Paolo VI settemila ragazzi e ragazze di scuola media partecipanti a esperienze educative cristiane “Cavalieri”, nate trent’anni fa nell’ambito del movimento di Comunione e Liberazione. Per molti di loro tra pochi giorni vi sarà l’impegno dell’esame di terza media superato il quale vivranno un cambiamento nella loro vita.
• E proprio sui timori che questi cambiamenti portino a perdere gli amici che si conoscono da sempre è stata una delle domande proposte a Francesco. Da parte sua il Papa ha ricordato che nella vita dobbiamo abituarci a questo cammino che comporta congedi ma anche incontro con nuove persone. E ha invitato a cogliere la sfida di questi cambiamenti, lasciare qualche cosa e incontrare cose nuove. Dobbiamo imparare a vedere la vita guardando davanti a noi sempre nuovi orizzonti, sempre avanti. E questo è incontrare nuova gente, nuove situazioni. E i vecchi amici? Non vuol dire dimenticarseli, c’è sempre un bel ricordo, ma noi dobbiamo guardare avanti. Così si cresce.
• Rispondendo alla domanda su «come è possibile per noi cambiare il mondo», il Papa usa un esempio concreto:
«Se ho due caramelle e arriva un mio amico cosa faccio?» domanda ai ragazzi e, anticipando la risposta, prosegue «una la tengo io e l’altra la dò al mio amico … Ma c’è anche chi si tiene tutto in tasca». Ecco allora l’invito ad «avere una mano aperta verso l’altro nel gesto del dono e non una mano chiusa che è segno di egoismo». E la mano è il simbolo di un cuore aperto. «Il mondo si cambia aprendo il cuore, ascoltando gli altri, ricevendo gli altri, condividendo le cose».
• Decisamente più intensa la riflessione alla domanda sulla sofferenza posta da un ragazzo nato in Bulgaria, abbandonato a un mese di vita, adottato da una coppia di italiani all’età di cinque anni, ma con la madre adottiva che muore un anno dopo. Cresciuto con il papà e i nonni, quest’anno ha subito la perdita anche di questi ultimi. «Ci sono domande e situazioni della vita che non si possono spiegare e una di queste è quella che hai posto tu», ha risposto Francesco rivolgendosi al ragazzo. «È una domanda a cui non è possibile rispondere con le parole per spiegare questo. Si può trovare una risposta – che, però, non spiega il fatto – nell’amore di chi vi sta vicino. Nelle persone che vi accompagnano». «Anch’io mi pongo questa domanda, soprattutto quando mi capita di visitare un ospedale pediatrico. Esco con il cuore non dico distrutto ma molto addolorato. E Dio non mi risponde, ma guardo il Crocifisso: se Dio ha permesso che suo figlio soffrisse così per noi, qualche cosa deve esserci lì che abbia un senso», ha commentato il Papa, ribadendo comunque che ci sono nella vita domande e situazione che non si possono spiegare. Una di queste è la sofferenza. Ma dietro a tutto questo c’è l’amore di Dio, che troverete nelle persone che vi sostengono e vi accompagnano».
(da Avvenire 3 giugno 2017)

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