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Il colmo (da sapersi)

parlamento europeoVogliono fare un deserto, e lo chiamano «sviluppo».
La risoluzione con la quale il Parlamento europeo ha invitato i Paesi membri ad alimentare un «fondo internazionale» per finanziare «l’accesso al controllo delle nascite e l’aborto sicuro e legale» suonerebbe grottesco se non fosse drammatico. Strasburgo infatti chiede di erogare alle ong (organizzazioni non governative) impegnate nei Paesi più poveri fondi destinati al progresso umano, economico e sociale: in altre parole, i soldi per aborti catalogati alla voce sviluppo.
Non sarà facile andarlo a spiegare ai popoli di Paesi dove la nascita di un figlio è vista ancora come un dono e una ricchezza. Sono gli stessi convinti di poter avere un futuro nel Nord del mondo, dove si affannano a emigrare inseguendo un sogno che s’infrange contro i muri eretti per arginarne il flusso. Ma di questa angosciosa domanda la Ue non sembra accorgersi, impegnata com’è a predicare la sua singolare idea dì «sviluppo».
E, nel silenzio sulle politiche Usa di selezione dei migranti, prende di mira l’ iniziativa sensata della nuova amministrazione americana: il taglio agli stanziamenti per l’aborto nel mondo. Un abbaglio che dice molto di quel che la Ue si sta riducendo a essere.

maschio-femminaMa veniamo in casa nostra.
Ci domandiamo: “È possibile pensare a una legge sull’educazione di genere senza precisare non solo cosa si intenda per genere, ma anche lasciando nel vago l’idea di persona a cui si vorrebbe far riferimento? Evidentemente no.
Eppure è proprio questo il percorso accidentato – non si sa bene se più
rischioso o più ambiguo – su cui pretende di avviarsi la nostra Commissione cultura della Camera. Per proporre gli emendamenti si dovrà partire dal testo “Educazione di genere”, votare e poi mandare la legge all’esame dell’Aula. Formalmente nulla di definitivo, ma se è vero che sono stati contenuti gli attacchi estremi, come quelli che puntavano a introdurre nelle scuole un’educazione alla sessualità fluida e onnicomprensiva, secondo le peggiori teorie gender, è altrettanto vero che il compromesso appare ora denso di riferimenti tanto vaghi da risultare non meno pericoloso.

Articoli tratti da Avvenire

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