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Nel nome della Misericordia

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“Nel nome della misericordia” è lo slogan scelto per celebrare la 90a Giornata Missionaria Mondiale. Misericordia è una parola che negli ultimi tempi abbiamo sentito e pronunciato, anche se è sempre stata usata e pronunciata nella Chiesa.

La differenza è che oggi più che mai, grazie alla lettura del mondo attuale fatta da Papa Francesco, essa è e deve sempre più diventare la cifra per dirigere i nostri pensieri e le nostre azioni. Vivere nella misericordia non significa contrastare la giustizia: occorre rifiutare la vendetta, nonostante il male subìto. Non è un cammino semplice, ma richiede tutto il nostro impegno. “Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: “Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?”. E Gesù gli rispose: “Non dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”. Un impegno da vivere a fianco al Signore, nella sua grazia che ci guida. Sì, il mondo oggi ha bisogno di riconciliarsi con il passato per progettare un futuro che, attraverso la misericordia, sappia tornare a sperare per tutti. Siamo feriti dalla mancanza di misericordia che genera le sofferenze di tante famiglie che fanno difficoltà a vivere il quotidiano o quelle dei tanti bambini costretti a vivere senza cibo o a stare lontano dai genitori, pensiamo ai migranti costretti alla fuga per trovare una speranza, un futuro migliore. Il Papa, nella Bolla d’indizione del Giubileo afferma in modo semplice che la misericordia di Dio si è fatta carne nel Volto del Figlio Gesù.

Chi vive in essa, non elimina i mali subiti, ma li “trasforma” in occasione di vita nuova: Cristo Risorto mantiene ancora le ferite pasquali, ma queste sono la via per la riconciliazione. Dove si esprime e si vive la misericordia, il Volto di Cristo risplende in chi la pratica.

A ciascuno di noi l’augurio di testimoniarlo.

 

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