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Per la famiglia, dopo le unioni civili

nodoOra che la legge sulle unioni civili è entrata in vigore, è giunto il tempo di porci seriamente la domanda sul “dopo”.
Sta di fatto su tale legge che si sono già costituiti due schieramenti. Il primo è quello di chi vede nella legge Cirinnà-Lumia solo il primo passo verso un più largo e più compiuto riconoscimento di “diritti umani” (in specie di diritti degli omosessuali) e si adopera per dilatare in tempi brevi il dettato della legge (in particolare, con un riconoscimento formale della stepchild adoption). Il secondo è quello di chi, ritenendo eversivo socialmente e giuridicamente incostituzionale il confuso riconoscimento da parte della nuova normativa di coniugalità para-matrimoniali, si sta invece adoperando per sottoporre quella stessa legge (o almeno una sua parte) a un referendum abrogativo e per favorire l’obiezione di coscienza da parte dei sindaci nei suoi confronti.
Nell’editoriale in Avvenire di mercoledì 15 giugno a cura di Francesco D’Agostino vengono fatte al riguardo delle interessanti osservazioni e si tracciano possibili strategie. Alla fine viene richiamata una strategia specificamente cristiana.
«È per noi la più importante e nello stesso tempo la più fraintesa: quella della preghiera. Mai come oggi la famiglia ha bisogno di diventare oggetto delle nostre preghiere. Pregare per la famiglia non significa però limitarsi pigramente a chiedere a Dio di intervenire perché sia Lui a risolvere le piaghe del nostro tempo. Significa piuttosto implorarlo perché ci aiuti a predisporci, tutti, ad agire consapevolmente nel mondo contemporaneo. Il cristiano infatti non può limitarsi a vedere in se stesso uno spettatore dei cambiamenti che caratterizzano il tempo in cui gli è capitato di vivere; egli deve sapere che ha il dovere di governare tali cambiamenti e che per realizzare questo compito ha bisogno di un supplemento di sapienza, che non deriva né dalla scienza, né dalle ideologie, ma dal cuore. Cosa di più importante si può chiedere a Dio, se non di illuminare i suoi fedeli e tutti gli uomini di buona volontà in questo compito?»

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