off

Monsignor Fasani ad Abbadia: “Abbiamo bruciato ogni desiderio alle nuove generazioni”

IMG-20180811-WA0009

Nel giorno della festa patronale di San Lorenzo don Bruno ringrazia il parroco don Vittorio: “Ha il profumo del buon pastore”

di Claudio Bottagisi
Era il 2013 e nel giorno della festa patronale di Abbadia Lariana una “Lucia” partita dal parco di Chiesa rotta aveva raggiunto la piccola spiaggia antistante il giardino della parrocchia. Su quella tipica imbarcazione vi era la statua in legno di tiglio alta un metro e 36 centimetri raffigurante San Lorenzo rivestito della tunica e della stola diaconale, con la palma del martirio e la graticola. A realizzarla era stato lo scultore Eric Perathoner di Ortisei.
Sul sagrato della chiesa erano stati letti i dialoghi riportati da Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, intercorsi tra il santo patrono e Papa Sisto II nel momento in cui questi si apprestava ad affrontare il martirio, che precedette di pochi giorni quello del diacono Lorenzo.
Venerdì 10 agosto 2018 una riproduzione di quella effigie è stata donata a monsignor Bruno Fasani, prefetto della Biblioteca capitolare di Verona e direttore responsabile della rivista dell’Ana L’Alpino, a conclusione della celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso sacerdote, che era affiancato – oltre che dal parroco di Abbadia, don Vittorio Bianchi – da alcuni diaconi della diocesi di Como.
“Soltanto l’eleganza del cuore del vostro parroco poteva generare un gesto simile”, ha commentato don Bruno, che ha aggiunto: “Quando guarderò nella mia camera questa bella statua mi ricorderò di Abbadia Lariana e pregherò per don Vittorio e per tutti voi”.
In precedenza monsignor Fasani aveva sottolineato a più riprese, prima dell’inizio della messa e durante il rito eucaristico, l’attualità del messaggio di San Lorenzo martire e della sua testimonianza di vita, non prima di aver ricordato il suo legame con la “penna nera”. “Io sono alpino – aveva premesso rispondendo all’indirizzo di saluto rivoltogli da don Vittorio – e proprio gli alpini sono stati il “gancio” per portarmi qui sul Lario”.
Poi un sentito quanto sincero “grazie” proprio al parroco di Abbadia: “Don Vittorio ha il profumo del buon pastore. Sa buttare il cuore in mezzo alla gente, come dovrebbe essere la missione di ogni sacerdote”.
Quindi i primi riferimenti alla vita e al martirio del santo patrono, “che ci ha dato una lezione straordinaria e che non esitava a definire i poveri i suoi autentici tesori”.
Don Bruno si era anche complimentato con il coro Sant’Ambrogio di Lierna, diretto da Mariastella Mellera, chiamato ad accompagnare la solenne celebrazione. “Avete voci belle e importanti – aveva detto – Io vengo da Verona e fin dai primi canti a me è parso di sentire il coro dell’Arena”.
All’omelìa, una serie di riflessioni incentrate sul brano di Vangelo e sulla condotta di vita di Lorenzo. “Dobbiamo superare l’egocentrismo – ha affermato il sacerdote – e tornare a mettere gli altri al centro della nostra esistenza. Oggi a prevalere è troppo spesso la cultura del narcisismo e dello star bene a ogni costo. C’è un’esaltazione individuale dei nostri sensi a scapito del prendersi cura degli altri”.
“Il messaggio di San Lorenzo – ha aggiunto don Bruno – è quello di uscire da questa cultura con cui stiamo avvelenando le nuove generazioni, alle quali abbiamo bruciato ogni desiderio, e anche il nostro celibato deve essere una donazione agli altri”.
Al termine della messa il bacio della reliquia e le foto a ricordo della festa patronale e appunto della “tappa” lariana di monsignor Fasani.
L'autore