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Imago Pietatis

imago pietasEstratto della meditazione che don Andrea Straffi ci ha proposto in occasione della inaugurazione del restauro del ciborio, il 9 febbraio, festa di Sant’Apollonia.
Si riferisce al piccolo rilievo posto al centro dell’altare, appena sopra il tabernacolo, che presenta un soggetto antico e molto significativo.
II titolo di questa figura – in latino – si chiama IMAGO PIETATIS, “immagine della pietà”. Qualcun altro lo chiama VIR DOLORUM, “uomo dei dolori” (ma è molto più significativo il primo). Che cosa rappresenta? C’è la effigie di Cristo, raffigurato a mezzo busto posto nel sepolcro, seminudo. Le braccia sono allargate, con le palme delle mani aperte a mostrare le ferite, che infatti sono bene in evidenza: si vedono anche le macchie rosse di sangue del costato e della corona di spine. E’ un momento quindi successivo alla crocifissione. E infatti alle spalle del Cristo ci sono gli strumenti della Passione: la croce innanzitutto, che occupa tutto lo sfondo del pannello, ma poi ci sono anche la lancia, la canna con la spugna, la corona di spine, la tabella con l’iscrizione della condanna e due fruste che pendono appese ai bracci della croce. Questi oggetti, che vengono chiamati anche ARMA CHRISTI, riassumono tutta la sequenza delle sofferenze patite da Gesù. Ma c’è un elemento anomalo, strano, che costituisce il significato più specifico di questa rappresentazione: il Cristo è raffigurato con gli occhi aperti. Ha tutti i segni della passione, compresa la ferita del costato che gli è stata inferta dopo la morte, ma il Signore appare vivo. Il suo corpo è per metà dentro un sepolcro, ma il suo busto è eretto, come se fosse in piedi e i suoi gesti – soprattutto le braccia aperte – testimoniano che è vivo. Ma c’è di più: il Cristo ha gli occhi aperti e ci guarda. E cosa vuole dirci con il suo sguardo? Il messaggio mi sembra chiaro: “guarda quanto ho sofferto per te! Cosa potevo offrirti, più di me stesso? Più di così io non potevo darti!” Questa immagine, spesso si trovava sui portali delle chiese e talvolta era associata ad una frase del libro delle Lamentazioni: «O vos omnes qui transitis per viam, attendite et videte si est dolor sicut dolor meus ! ».
Imago Pietatis, significa ‘immagine della pietà’, sia perché è un’immagine che deve suscitare nei nostri cuori la pietà – cioè la compassione per Gesù – sia perché è un’immagine che illustra la pietà, cioè l’amore sconfinato di Cristo nei nostri confronti. Nell’Eucaristia noi sperimentiamo lo stesso amore sconfinato, un amore infinito, che attende però solo di essere riconosciuto, accolto e corrisposto. Credo che questo sia uno dei richiami più forti e importanti di questo meraviglioso altare. Chiediamo allora la grazia di guardare la bellezza di questo altare e la bellezza della testimonianza dei molti santi su di esso raffigurati, per contemplare la bellezza dell’amore di Cristo. Una bellezza che ci viene continuamente offerta, perché non è una bellezza finta o passeggera, ma una bellezza eterna.

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