Santa Apollonia

Statua di Sant’Apollonia

SANTA APOLLONIA DI ALESSANDRIA (III sec. – martire – festa 9 febbraio)

Santa, martire di Alessandria. E’ ricordata in un passo di una lettera di Dionigi Vescovo di Alessandria al suo collega Fabio di Antiochia riportata da Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, come vittima durante una sommossa popolare anticristiana scoppiata in Alessandria un anno prima della persecuzione di Decio, quindi tra la fine del 248 e gli inizi del 249.

Secondo la testimonianza diretta di Dionigi, Apollonia era una vergine in età avanzata e degna di ammirazione; presa dalla folla, fu colpita sulle mascelle fino a che non le saltarono via i denti, e davanti a un rogo acceso fuori della città fu costretta a “pronunciare parole empie” (verosimilmente di abiura al cristianesimo); Apollonia si gettò spontaneamente nel fuoco, nel quale fu consumata.

Il culto di Apollonia si diffuse prima in Oriente, poi in Occidente, dove la martire fu considerata figlia di un Senatore romano e vittima di Giuliano l’Apostata, che dopo aver cercato invano di sottoporla a varie torture le fece estirpare i denti con paletti acuminati e una tenaglia per poi finirla di persona a colpi di spada.

In una variante della leggenda Apollonia è sorella del Diacono Lorenzo di Roma, trasferitasi poi in Egitto dove avrebbe subito il martirio.

La sua commemorazione, come quella degli altri martiri caduti nella stessa sommossa di Alessandria, non compare nel Martirologio Geronimiano, ma fu introdotta nel Martirologio di Floro alla data del 20 aprile, e successivamente spostata al 9 febbraio, data in cui si ritrova nel Martirologio Romano. Nei sinassari greci il suo nome, modificato in Apollonio, compare senza altre notizie tra quelli di altri martiri di Alessandria il 6 luglio. Nel calendario copto la sua festa cade il 28 gennaio.

E’ patrona dei dentisti, ed è invocata nelle malattie dei denti e della bocca. Copiosa è l’iconografia di Apollonia, rappresentata per lo più mentre tiene tra le mani le tenaglie che stringono un dente.

(da “IL GRANDE LIBRO DEI SANTI” – dizionario enciclopedico – ed. San Paolo pag 200)

 

IL QUADRO

Santa Apollonia

Quadro di Sant’Apollonia

Nel 1994 il parroco Don Tullio Salvetti decide di far restaurare il quadro di Sant’Apollonia e incarica il restauratore Giacomo Luzzana che lo descrive dettagliatamente nelle sue relazioni. “Si tratta di un dipinto ad olio su tela di 113 cm. di larghezza e cm. 192 di altezza collocato in un altare ligneo e inserito in una cornice a intarsio”.

Ripensiamo un attimo all’altare ligneo con il quadro della Madonna Addolorata descritto da Padre Galli nel 1633 “un’ancona con bellissimi intagli”. Prosegue il Luzzana: “vi è raffigurata Sant’Apollonia legata alla colonna che riceve la palma del martirio da un angelo posto nell’angolo in alto a sinistra, ed un serto di fiori nell’altro angolo. In basso a sinistra il carnefice tiene nella mano una tenaglia con i denti estirpati. In basso a  destra sono rappresentati i simboli del martirio: ancora la tenaglia, corde e catene. Giacché la figura femminile non ha le mani si pensa che inizialmente il dipinto raffigurasse Santa Eurosia”.

Avevamo già notato tempo prima che alla Santa mancavano le mani, ma inizialmente pensavamo che ciò fosse dovuto all’annerimento del dipinto; da fotografie eseguite negli anni ’70 si vedeva chiaramente che mancavano le mani e gli avambracci. A Santa Eurosia infatti furono tagliate le mani. Dalla relazione del restauro risulta che il quadro non venne modificato, e l’epoca seconda metà del 1600 è la medesima delle descrizioni delle visite pastorali. E’ quindi assai probabile che il quadro che oggi è dedicato a Sant’Apollonia sia lo stesso che secoli fa nella vecchia parrocchiale raffigurava il martirio di santa Eurosia. Il parroco Don Cesare Grisoni, che scrisse un’interessante “storia di Abbadia” alla fine del 1895, dice che nella chiesa, che ha una sola navata, ci sono 4 altari, uno dedicato a Sant’Apollonia. Ecco quindi ufficializzato il cambio di nome e il dipinto è lo stesso che oggi vediamo, molto pregevole, e il restauro ce lo ha restituito nei colori e nella sua bellezza originale.

(da “SANT’APOLLONIA La festa e la fiera” – di Camilla Candiani)