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La Domenica della Parola

domenica della parola

 

 

 

Seguendo l’invito di Papa Francesco, la Famiglia Paolina e la Comunità di Sant’Egidio ci introducono alla Giornata dedicata alle Scritture, Giornata che diventerà annuale.
“C’è l’ammissione tranchant del poeta Clemente Rebora: «La Parola zittì chiacchiere mie». C’è la semplicità del Talmud: «La Parola di Dio è come l’acqua. Come l’acqua, essa discende dal cielo. Come l’acqua, rinfresca l’anima. Come l’acqua non si conserva in vasi d’oro o d’argento, ma nella povertà dei recipienti di terracotta, così la parola divina si conserva solo in chi rende se stesso umile come un vaso di terracotta». C’è la beatitudine pronunziata da Gesù: «Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Luca 11, 28). Studiata, letta, amata, contestata. La Bibbia è il grande codice della cultura occidentale e l’immagine (biblica) della lampada serve proprio a indicare la missione di “guida” della Parola divina nel cammino dell’esistenza. Le religioni monoteistiche hanno sempre celebrato la Parola. L’ebraismo, per esempio, riserva ai rotoli della Torah un culto particolare: li riveste, li bacia, li acclama mentre attraversano l’aula della Sinagoga. La Chiesa antica intronizzava la Parola con una processione festosa che evoca l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Ma tutto questo non basta. Già l’anno scorso al Festival Biblico di Vicenza venne lanciata la proposta da parte della Famiglia Paolina e della Comunità di Sant’Egidio: perché non istituire una “Domenica della Parola”? Una vera e propria festa della Parola, insomma, sulla scia del Concilio Vaticano II. «La Parola non deve essere solo studiata ma anche amata e venerata», spiega il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi. «C’è un passo ulteriore della ricezione della Dei Verbum che è la venerazione della Parola di Dio e la devozione alla sacra pagina: una lettura popolare della Bibbia che era anche il sogno del beato Giacomo Alberione e delle grandi figure che hanno pensato a una Chiesa di popolo»”.

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