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Di nuovo a casa

Carissimi, eccomi di nuovo a casa; sono trascorsi due lunghi mesi trascorsi in ospedale per sconfiggere il Covid e per riprendere i movimenti e le abilità quotidiane più semplici. Prima presso l’ospedale Valduce di Como e poi presso il Centro Ortopedico e fisioterapico di Lanzo Intelvi, dove ho
svolto la riabilitazione. A Como, nel primo mese, mi hanno curato molto bene i polmoni, che erano ammalati a causa del Covid, mentre nel mese di
aprile, dal 9 per la precisione, ho ripreso piano piano a camminare con l’ausilio e sotto la direzione di bravissimi fisioterapisti; la lunga degenza
allettata infatti non mi permetteva più di muovermi.
In tutto questo tempo la parte più difficile, trascorsa dormendo in terapia intensiva, mi ha portato a sfiorare l’incontro definitivo con il signore. Da quel momento però, grazie alla determinazione dei medici, all’aiuto del Signore ed alla mia forte fibra mi sono ripreso ed ho ricominciato
a stare meglio. Non immediatamente, ma a tappe, prima in semi terapia intensiva e poi in corsia, dove, a causa del Covid mi sono trovato ad affrontare forse l’avversario più difficile: la solitudine di una camera di ospedale. Ricordo di aver vissuto il giorno di Pasqua completamente
solo, senza poter ricevere nessuna visita. Di questa esperienza conservo alcuni insegnamenti che mi permetto di condividere con voi: anzitutto la gratitudine a Dio per avermi permesso di tornare alla mia amata vita in Parrocchia; mai come in questi due mesi ho sperimentato la nostalgia per la mia missione di vivere e condividere il vangelo con le persone che Dio mi ha affidato. Una gratitudine che cerco di vivere pregando Dio ogni giorno. Anche per la mia cara mamma che ora riposa con Dio, e ne sono certo, dopo una vita di amorevole servizio per la sua famiglia e la sua comunità parrocchiale, continuerà ad essere vicina a noi intercedendo nella preghiera. Un grazie davvero sentito va anche a tutte le persone, e sono state davvero tante, che mi hanno ricordato ed hanno pregato per me: ho scoperto un affetto che mi ha fatto davvero commuovere. E’ bello sentire la vicinanza e la sollecitudine di moltissime persone.
Le vostre preghiere sono state davvero preziose ed il Signore le ha ascoltate. Sul mio telefono cellulare ho ancora un’infinità di messaggi, a cui piano piano sto cercando di rispondere.
Il secondo insegnamento riguarda la nostra vita: il covid mi ha fatto riscoprire la fragilità della nostra condizione umana; mi sono ritrovato in terapia intensiva all’improvviso, quasi senza neppure accorgermene. Mi sono allora venute in mente le parole del vangelo: “State pronti…
perché non sapete quando il Signore verrà”. Ed ancora ho riscoperto la bellezza e la grandezza di tante piccole cose: la gioia di una passeggiata al sole, piuttosto che la felicità di riprendere a camminare; siamo abituati a dare per scontato quasi tutto, ma quando alcune abilità non le hai più, comprendi davvero quanto sono preziose.
Da ultimo ricorderò sempre le parole di un medico della clinica di Lanzo, che, appena arrivato, mi ha detto: “Lei se l’ è vista davvero brutta, ma ora in fondo al tunnel vede la luce; non si stanchi di fissare e di seguire quella luce”.
Ecco forse la nostra Fede ci chiama, nei momenti più difficili della nostra vita a scoprire, fissare e seguire quella luce che il Signore Gesù mette sulla nostra strada.

L'autore