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Pasqua a porte chiuse

Quest’anno la nostra Pasqua sarà “A porte chiuse”. Come anche il nostro vescovo Oscar ci fa notare, non sarà la prima volta; anche nel giorno della Resurrezione di Gesù, la prima Pasqua Cristiana, le porte del luogo dove si trovavano i discepoli del Signore erano chiuse, per timore dei Giudei.
Gesù però appare in mezzo ai suoi tra la meraviglia e la commozione di tutti. Il suo saluto ”Pace a voi”, il suo dono di Pace e la sua presenza rianimano immediatamente i discepoli sfiduciati ed affranti dalla sua morte. Questi uomini si riaprono ad una vita nuova. La Pasqua di quest’anno, come quella degli apostoli è caratterizzata dal timore e da interrogativi molto seri riguardanti il futuro e la ripresa economica; il presente è colmo di fatiche, di sofferenze e di lutti per molte famiglie. Ma anche in queste circostanze così drammatiche, difficili e complicate risuona il grido di Pasqua: il crocifisso, colui che ha donato la propria vita sulla croce della passione, del sacrificio e del dono di sé, è risorto, è vivo e cammina con noi, anche in una situazione di precarietà come quella che stiamo vivendo. Ci dona la sua Pace e ci invita alla Speranza. La pace che il Signore ci dona porta con sé i frutti della Pasqua: la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’egoismo, del primato del bene comune sulla ricerca costante e aprioristica del proprio esclusivo interesse, della grazia che Dio ci dona sul peccato. Ma oggi è anche il trionfo della speranza, della certezza che occorre perseverare, continuare a credere nella vittoria del bene sul male, e che presto potremo riprendere la nostra vita di tutti i giorni, la nostra esistenza consueta. Con la consapevolezza però che non siamo onnipotenti, che siamo fragili e pertanto siamo chiamati a costruire un’esistenza ed una comunità cristiana che siano fondate sulla collaborazione, sulla fraternità, sulla stima e sull’aiuto reciproci; in questo sforzo ciascuno è chiamato a dare il meglio di sé, non a tirarsi indietro o a delegare qualcun altro. Accettando con umiltà e realismo il confronto con gli altri, per individuare più facilmente i propri difetti. Davvero la Pasqua, termine che in lingua ebraica significa “Passaggio” ci invita a riconoscere i nostri errori, le nostre mancanze e a costruire un mondo nuovo fondato sulla fraternità, sull’Amore donatoci da Gesù e sulla Pace. Prego per ciascuno di voi e per questo.
TANTI CARI AUGURI A TUTTI DI UNA SANTA E SERENA PASQUA
Don Fabio

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