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Le solite cose

“Sono sempre le solite cose!”

Eh già, che barba.. Ma chi ce lo ha fatto fare di presenziare anche quest’anno alla Messa di Natale? L’ascolto del Vangelo? La solita storiella della nascita di Gesù, con i soliti angeli, i soliti pastori e la solita mangiatoia?

Alle messe di Natale, si sono ascoltate sempre le stesse letture. In quelle dell’Ottava, uguale. Nella messa di Capodanno, pure. Oggi, Epifania, idem.

Ogni volta si sentono sempre le solite cose…

Dio è uscito dalla pancia di Maria. Bella notizia. Ah, poi è anche cresciuto, ha detto tante belle cose, ha fatto miracoli, è stato tradito, è morto e risorto… Beh, non sono, appunto, “sempre le solite cose”?

Cosa fare per darci “una botta di vita” e interessarci di nuovo a tutto questo “già sentito”?

E se facessimo come i poveri, ignoranti pastori del vangelo di Luca?

Questi pezzenti e sporchi pecorai, emarginati dalla società giudaica di allora, mentre fanno la solita cosa (!) (vegliare il gregge) accolgono con entusiasmo il messaggio degli angeli e -citando tra parentesi il vangelo- si mettono subito in movimento (“andarono senza indugio”) per capire cosa è successo (“vediamo questo avvenimento”); la ricerca va a buon fine (“trovarono il bambino”); non stanno più nella pelle e testimoniano (“riferirono”) l’esperienza vissuta ad altre persone che si meravigliano (“si stupirono”) del racconto; contenti come una pasqua, ringraziano il Cielo “glorificando e lodando Dio” perché quel bambino è la loro salvezza (l’angelo ai pastori: “è nato per voi un Salvatore…”).

Oppure, imitiamo i Magi. Personaggi facoltosi (hanno con sé “oro da regalo”…), forse astronomi, si mettono -anche loro – in movimento perché hanno “visto spuntare la stella” del Re dei Giudei. Camminano e cercano. Quando, finalmente, trovano Gesù, è una felicità indescrivibile (“provarono una gioia grandissima”).

Ricalchiamo le orme degli incolti, umili pecorai, o dei sapienti, nobili Re dell’oriente. Due opposte figure umane accomunate da un’unica volontà: cercare e trovare Dio.

Non è l’atteggiamento corretto?

Lo ha detto Don Fabio nelle messe di Natale: il Dio-Bambino vuole “crescere” nella nostra anima, nella nostra mente, nella nostra vita. Vuole dialogare con noi.

Vogliamo allora attivarci? Ci mettiamo “in movimento”? Desideriamo davvero “conoscere” Cristo (non si può dialogare con una Persona se non si conosce)? Ci proviamo? Certo che se pensiamo che “sono sempre le solite cose”…

L'autore