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Il significato del Natale

Quasi tutti in questo periodo parlano del Natale: tanti però preferiscono non approfondire il significato originario, quello più autentico e vero, di questa festa.


Molti infatti si preoccupano quasi esclusivamente dei regali, senza però andare oltre; Natale per queste persone è la festa dello shopping, del dono che ci si fa reciprocamente, senza chiedersi il perché, il senso di questo scambio di doni.
Per quasi tutti è importante trascorrere un natale in famiglia, con il classico cenone o il rinomato pranzo natalizio, ricco di ogni ben di Dio, da consumare tutti insieme.  Ma anche qui spesso ci si dimentica del vero festeggiato; Colui al quale è dedicata questa festa non viene neppure nominato. Come mai? Forse perché facciamo fatica a prepararci bene a questa festa che dovrebbe celebrare la venuta di Gesù, il Figlio di Dio, nel mondo.
La viviamo quasi come fosse una fiaba per bambini, ma che agli adulti non ha più nulla da dire. In realtà, proprio a partire dagli aspetti più “particolari” della nascita di Cristo, possiamo fare qualche considerazione su come questo giorno può dire qualcosa a ciascuno di noi.
Anzitutto Gesù nasce e viene deposto in una mangiatoia (in latino presepe) che si trova in una grotta adattata a ricovero per gli animali. La povertà e la precarietà di questa nascita del figlio di Dio deve aiutarci a riflettere sull’importanza che diamo al lusso e all’aspetto esteriore. Forse spesso ci dimentichiamo che una persona vale per quello che ha nel cuore, per la sua bontà, la sua rettitudine e la sua capacità di amare e non solo per il lusso del suo “look” o per l’ostentazione delle ricchezze che possiede.
Ciò che rimane e viene ricordato di una persona è solo l’amore.
Ma ancora, i primi ad essersi accorti della straordinarietà del Natale di Gesù e della novità assoluta della sua nascita, furono i pastori; persone emarginate da tutti perché disprezzate per le loro modeste condizioni; eppure la loro capacità di stupirsi delle cose belle li rende graditi al Signore. Forse anche noi dobbiamo imparare a stupirci delle cose e delle persone belle che vediamo intorno a noi. E smettere di correre il rischio di ostentare indifferenza, superiorità, o di praticare una sterile e inutile critica per tutto e per tutti.
Nel guardare Gesù bambino nella natività, possiamo fermarci a vedere solo la tenerezza di un bimbo che nasce, o pensare che in fondo quel bimbo non ha trovato spazio nelle locande di Betlemme già 2000 anni fa. Ora cerca un po’ di posto (e un po’ di tempo, si accontenta di qualche momento) anzitutto nel nostro cuore, nei nostri pensieri e nelle nostre azioni di ogni giorno. Lo troverà?
Alla nascita di Gesù sono invitati tutti, ricchi e poveri, sapienti e semplici; lo dimostra la visita dei Magi a Betlemme: per Gesù conta solo il desiderio di amarlo e la volontà di essergli vicino. Lui non fa differenze o preferenze.
I Magi giungono ad incontrare il Signore con l’aiuto e la guida della Stella; senza la cometa ad indicare loro la strada non sarebbero riusciti a trovarlo: anche noi abbiamo tante stelle; sono le persone giuste che ci indicano la via per incontrare Gesù. Forse però preferiamo altre luci, altre indicazioni meno sfavillanti che però ci conducono a luoghi meno belli e più banali: un supermercato, un pub, una discoteca, un cinema non possono donarci la felicità. Almeno quella più vera!
Forse dobbiamo imparare a distinguere le luci che si vedono da quelle che fanno vedere.  Solo la luce della Fede può mostrarci la via della gioia più piena.  Gli Angeli intonano l’inno “Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace in terra agli uomini che Lui ama”: questa forse è l’unica ricetta che può aiutarci a far terminare le guerre e a far scoppiare finalmente la pace. Se infatti pensassimo che Dio ama tutti allo stesso modo e che per questo siamo tutti fratelli, probabilmente cadrebbe ogni pretesto per litigare o per farci la guerra.
“Vi annuncio una grande gioia: oggi è nato per voi il salvatore”: la vera gioia non sta nel possedere quella cosa, nell’apparire in un certo modo o peggio ancora nell’asservire questa o quell’altra persona: la felicità più piena è sapersi amati da Dio a tal punto che è proprio Lui a voler condividere tutta la nostra vita.
E da ultimo gli auguri: messaggi, bigliettini, cartoline, telefonate di Buon Natale abbondano in questi giorni. Ma se il tuo natale sarà veramente Buono dipende solo da Te: fai un po’ di posto al Signore nella tua vita e vedrai che sarai più felice. Perché Lui non vuole imbrogliarti: Lui ti vuole felice. Tanti auguri di santo e felice Natale a tutti voi!
Don Fabio 

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