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L’aborto oggi a 40 anni dalla legge 194

194E’ spesso rivendicato come un diritto di libertà della donna, mentre il problema della tutela della vita umana è divenuto un argomento politicamente scorretto. L’aborto legalizzato si è, quindi, trasformato in una pratica tendenzialmente contraccettiva, in contrasto con quanto la legge prevedeva: ‘L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite’. Il diritto ad una procreazione cosciente e responsabile si è stabilito ormai come diritto a decidere del nascituro, compresa la sua soppressione, con un effetto di scivolamento valoriale verso la barbarie. Ciò ha avuto conseguenze profonde sul sentire comune, ingenerando una mentalità che ha derubricato ad ordinaria rendicontazione la quotidiana strage di embrioni. Il ‘silenzio della coscienza su questo punto può portare – quindi – a una malattia pericolosa’, che mette a rischio la sopravvivenza stessa della nostra civiltà. Quanto al valore sociale della maternità, esso è rimasto sostanzialmente eluso. Le carenze di sostegno alla maternità e di politiche familiari in Italia hanno contribuito a contrarre in modo drammatico i tassi di natalità, al punto che il nostro Paese è scivolato agli ultimissimi posti per numero di nati per donna. Fattori sociali ed economici interferiscono negativamente sulla scelta responsabile di avere figli. Fra questi si evidenzia il problema di conciliare la maternità con il lavoro, le cui condizioni di precarietà sono tali da imporre di dilazionare il contrarre matrimonio e il mettere al mondo dei figli; c’è poi la difficoltà, se non l’impossibilità, di trovare lavoro, che vanifica ancor prima ogni aspirazione ad essere padre o madre. Insiste, infine, un immaginario della realizzazione personale che fa sì che una donna non identifichi più nelle responsabilità familiari un modello particolarmente positivo. Il valore sociale della maternità resta, quindi, il compito del futuro. Riconoscere quel valore importa, infatti, politiche di sostegno e di promozione della famiglia che non sono mai state avviate: politiche della casa, che aiutino le giovani coppie, politiche fiscali che riconoscano il carico dei figli, politiche dei servizi, politiche che aiutino le donne a conciliare i ruoli lavorativi con quelli di madre.

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