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All’inizio e alla fine il Padre Nostro

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Articolo e fotografia sul n. 9/2016 di Vita Pastorale

Quando da piccoli, in famiglia, ci hanno insegnato a “dire le preghiere”, con il segno della croce, l’Ave Maria e l’Angelo di Dio, è arrivato subito il Padre nostro, protagonista indiscusso della preghiera cristiana.

All’inizio, il Padre nostro

La prima preghiera in ordine temporale coincide con la preghiera più importante: quella che secondo i padri riassume tutto il Vangelo.
Giustamente il Padre nostro è stato inserito nel cuore della liturgia, subito dopo la grande preghiera eucaristica della messa; al culmine delle Lodi e dei Vespri della liturgia delle ore, che è la preghiera ufficiale della Chiesa; al termine del rito del battesimo dei bambini, con cui si entra nella fede cristiana.

Lentamente, procedendo nel cammino della vita, ci si accorge che la prima preghiera imparata da piccoli coincide con la preghiera più grande e difficile, da assimilare giorno dopo giorno, soprattutto nell’ora della prova. Viene in mente l’evangelista Luca, che pone la supplica “Sia fatta la tua volontà” non nella sua versione del Padre nostro (Lc 11,2-4), più asciutta e stringata, ma nell’agonia del Getsemani (Lc 22,42), dove la preghiera del Padre nostro esce dal recinto delle preghiere da dire per diventare un grido del cuore e un’offerta della vita.

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