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Avviene nel mondo: l’eutanasia

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In Belgio c’è stata l’applicazione della legge del 2014, che consente ai genitori di scegliere la ‘dolce morte’ per i propri figli malati terminali, dopo averne fatto richiesta al medico curante, il quale deve sottoporre il caso e ricevere l’autorizzazione del ‘Dipartimento di controllo federale e valutazione dell’eutanasia’. La legge specifica che anche il minore deve esprimere una forma di consenso. Tutti conosciamo quanto è avvenuto per quel ragazzo belga di 17 anni.

Al riguardo alcune opinioni differenti per ribadire le nostre certezze:

  • “Il diritto all’eutanasia del bambino, altro non significa che attribuire ad un adulto il potere di vita e di morte su un minorenne. È solo la ‘maschera’ di una vera decisione, personale, libera e consapevole – spiega Alberto Gambino, presidente dell’Associazione Scienza e Vita – in quanto non è concepibile che un minore sia capace di affrontare scelte a contenuto legale ed esistenziale così estreme”.
  • “Questi segnali di morte che arrivano ci addolorano e ci preoccupano come cristiani, ma anche come persone”, ammonisce il Card. Angelo Bagnasco, presidente dei Vescovi italiani.
  • “Anche i minori sono in grado di decidere”, ribatte Mina Welby, vedova di Piergiorgio, il primo malato che ha ottenuto il distacco del respiratore artificiale.
  • “In Italia leggi condannano alla clandestinità”, ribadisce Marco Cappato, dei Radicali italiani che aggiunge: “Il Belgio è il primo Paese al mondo a non girare la testa dall’altra parte di fronte alle condizioni di sofferenza insopportabile che possono colpire anche persone minori”.
  • “Che la volontà dei familiari non prevalga”, avverte Maria Antonietta Coscioni.
  • “Se rispettata la legge non c’è da discutere”, taglia corto Beppino Englaro.
  • “Com’è è possibile che non abbia vinto l’amore dei genitori sulla morte”, è la riflessione di Paola Binetti.
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